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Recensione " La vita invisibile di Addie Larue" di Victoria Schwab

 

Titolo: La vita invisibile di Addie Larue
Autore: Victoria Schwab
Editore: Mondadori
Genere: Fantasy
Numero pagine: 492
Copertina rigida: €24.00
Link per l'acquisto: https://www.amazon.it/vita-invisibile-Addie-LaRue/dp/8804732334/ref=sr_1_1?__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&crid=302W9UMBJ7T2P&dchild=1&keywords=la+vita+invisibile+di+addie+larue&qid=1605338294&sprefix=la+vita%2Caps%2C278&sr=8-1

Recensione

Ciao a tutti lettori? Come state? Spero bene. Siamo giunti agli sgoccioli di Novembre, un mese che si è rivelato carico di nuove uscite interessanti, e oggi approda anche in Italia uno dei libri più attesi di questo 2020. Oggi vi porterò con me alla scoperta de "La vita invisibile di Addie Larue", una storia nata dalla penna della ormai nota Victoria Schwab https://www.instagram.com/veschwab/ )e fresco di stampa per Mondadori nella collana Oscar Fantastica (https://www.instagram.com/oscarvault/ ; https://www.instagram.com/librimondadori/ ). 
Autrice di oltre venti libri, tra cui l'acclamata serie di Shades of Magic, i suoi romanzi sono tradotti in tutto il mondo e sono stati opzionati per il cinema e per la televisione. La vita invisibile di Addie Larue è il suo nuovo romanzo che si candida a divenire una pietra miliare del " romanzo faustiano".
Ringrazio immensamente la Mondadori per avermi permesso la lettura di questa storia tanto chiacchierata e a Federica (https://www.instagram.com/sogno.libri/) per avermi coinvolta nel Review Party da lei organizzato.



E' il 29 Luglio 1714. Adeline vuole tanto essere un albero, crescere spontanea e mettere radici profonde. Vivere una vita non convenzionale, solitaria, non appartenendo a nessuno all'infuori di sé. E' il 29 Luglio 1714. Oltre i confini del bosco, tra i rami che frusciano, Adeline LaRue prega gli antichi dei, sperando l'ascoltino. Una voce le risponde, un'ombra travestita da essere umano, e Adeline commette un'errore. Sceglie l'immortalità senza rendersi conto che si sta condannando alla solitudine eterna.
Tre secoli di storia, tre secoli per tenersi stretta la propria anima. Scamperà alle guerre e le combatterà, assisterà a rivoluzioni e rinascite, imprimerà il suo segno su migliaia di opere d'arte. Tre secoli invisibile fino a quando, in una piccola libreria, qualcuno non si ricorderà di lei.

Questa è la storia di Adeline LaRue, ma Addie è un nome che la calza molto meglio. Addie è il nomignolo scattante della ragazza che va per mercati e allunga il collo per sbirciare oltre i tetti, di colei che sogna e disegna storie più audaci, mondi più grandiosi e vite  vissute all'insegna dell'avventura. Adaline è la donna che ha lasciato a Villon nel lontano 1714. Addie non vuole appartenere a nessuno, ma solo a sé stessa. Vuole essere libera, libera di vivere e trovare la sua strada, di amare o restare sola, purché la decisione sia sua. Vuole un'occasione per vivere. Sebbene non bisogna pregare mai gli dei che sono in ascolto dopo il tramonto, è proprio quello che farà Addie vittima di una vita troppo stretta. Quello di Addie sarà un cammino estenuante, tutto false partenze, battute d'arresti e un mondo di frustrazione. Non è in grado di tenersi stretto niente troppo a lungo. Non potrà mai più dimenticare, anche se morirà dal desiderio di farlo mille volte. Essere dimenticati . Ci si comincia a chiedere che cosa è reale e se si è reali. Addie, però, tiene i suoi sogni ancora stetti.


Anni in balia delle mille sfaccettature del suo patto, costretta a patire senza mai morire, a desiderare senza mai appassire. Tutto marchiato a fuoco nella sua memoria mentre lei, invece, scivola dalle menti altrui con il minimo tocco. Il solo metodo che Addie conosce per tirare avanti è continuare ad andare dritta.Con il tempo impara a essere meno la mano dell'artista e più il coltello che affila la punta della mina. Impara a essere più tagliente, una donna incredibile, forte, testarda, cocciuta come una pietra e intelligente. Non è la perfezione, ma una persona smarrita e inquieta. Per essere una che non ha niente fuorché il tempo va sempre di fretta vivendo una vita difficile e solitaria, ma anche altrettanto meravigliosa. Scamperà guerre e le combatterà, assisterà a rivoluzione e rinascite, imprimerà il suo segno su migliaia di opere d'arte. 
Addie LaRue può essere qualunque cosa ma sicuramente è un personaggio che il lettore non riuscirà a dimenticare. Victoria Schwab è riuscita, attraverso le sue parole, a dar vita ad un personaggio ben costruito senza lasciare nulla al caso. Sicuramente uno degli aspetti più interessanti della storia, nonché suo perno centrale.



Durante il corso della lettura verremo a conoscenza degli antichi dei, i quali sono dappertutto. Nuotano nel fiume, fioriscono nei campi, gorgheggiano nella foresta. Si annidano nel sole che bacia il grano, al riparo degli arboscelli in primavera, nell'edera che ricopre le antiche pietre. Si radunano ai confini del giorno, all'alba e al tramonto. Non sono clementi né magnanimi, ma capricciosi, mutevoli. Se ci si ostina a invocarli bisogna fare attenzione, badare bene alle richieste, essere pronti a pagarne il prezzo. Questo non è il caso di Addie LaRue che si interfaccerà con un'oscurità di promesse, violenza, terrore e libertà. Il dio delle promesse, colui che nutre il potenziale umano.
Riccioli neri, occhi chiari, mascella decisa, spalle spioventi e bocca modellata ad arco di cupido.  Il suo corpo è fatto di fumo e pelle, aria e ossa. Odora di notti estive, terra, muschio e fasci di erba alta che ondeggiano sotto la volta stellata. Un uomo che Addie non ha mai incontrato ma che conosce fin troppo bene. Un volto evocato infinite volte, a matita, a carboncino e in sogno.


E' l'oscurità tra le stelle e le radici sotto la terra. E' la promessa, il divenire e, quando si tratta di giocare, sta a lui stabilire le regole, disporre le pedine e decidere se partecipare. Non è un genio della lampada, legato ai capricci degli uomini, né un insignificante spiritello della foresta lieto a dispendere favori in cambio di cianfrusaglie mortali. E' una creatura selvaggia, un dio delle foreste notturne, un demone ammantato di tenebra. Più che un uomo, è un insieme di fattezze tratteggiate da una mano sapiente. E' colui che trova i ramoscelli da far ardere, colui che quando stringe un patto vuole indietro l'anima. E' arrogante, abituato ad avere sempre ragione, famelico e tagliente. Luc, il nome che impareremo ad utilizzare per riferirci al demone, è sicuramente il personaggio più interessante che la Schwab ha introdotto nella sua storia. Sia dal punto psicologico che non. Quello che più mi ha spinto a volerne sapere sempre di più sulla sua figura è stato il suo attaccamento morboso alla protagonista e il legame, in continua evoluzione, che instaura tra i due. E' un personaggio che mi ha sorpreso davvero tanto, di cui mi piacerebbe approfondirne meglio la conoscenza. 



Altro personaggio che incontreremo è Henry Strauss, un mistero inspiegabile. Lavora in una libreria a Brooklyn, è premuroso e gentile, sveglio, brillante, dolce e caloroso. Ama la fotografia, detesta le olive e la gente che parla al cinema. Va matto per i frullati e per chi sa ridere alle lacrime. Considera un crimine saltare alla fine del libro, è silenzioso quando si arrabbia, fa un gran casino quando è triste e canticchia quando è felice. E' l'oasi pacifica di Addie. Ma, al tempo stesso, è un'essere umano, e gli esseri umani hanno amici e famiglie, migliaia di fili che li vincolano ad altre persone. Al contrario di Addie, lui non ha mai vissuto senza legami e men che meno abitato uno spazio vuoto. Senza dubbio Henry è il personaggio più vicino al lettore ma anche quello più distaccato e meno approfondito.

Ho trovato i personaggi proposti da Victoria Schwab davvero stuzzicanti ma, purtroppo, non sono riuscita a relazionarmi a pieno con quest'ultimi dal momento in cui non ho trovato l'appiglio adatto. Per quanto intensi e intricati l'autrice non è riuscita a pieno, per quanto mi riguarda, a concentrarsi sul rapporto che lega lettore-personaggio. Maggiore attenzione è stata riposta alla loro storia personale che è risultata essere molto maliosa.

Uno dei punti forte di questa storia è sicuramente la vasta ambientazione che esploriamo grazie ai numerosi viaggi nel mondo di Addie Larue. Visiteremo New York con il suo essere un tale intrico di luoghi clandestini, di migliaia di passaggi che conducono a stanze infinite; Firenze, un mosaico di forme stravaganti e spigoli aguzzi, cupole e pinnacoli, mura in pietra candida e tetti color rame; Villon con i suoi campi, le merlature in pietra che svettano in lontananza al di la delle colline. Sebbene non siano presenti molte descrizioni legate all'ambientazione, ho trovato davvero affascinanti le varie ambientazioni offerte.



La vita invisibile di Addie LaRue è un libro intimo e personale che presenta davvero tanti elementi validi ma non del tutto convincenti. E' una storia che ha diviso in due grandi fette i lettori. Credo che ciò dipenda dal modo in cui ci si avvicina e ci si relaziona al libro, a quello che in realtà si cerca. Non è un libro intentato sulla creazione di sistemi magici, battaglie e intrecci politici. E' la storia, il viaggio di Addie esteso per tre lunghissimi secoli. Ho trovato il libro bello con un grande potenziale che, però, non è stato sfruttato al massimo. La grande pecca, parere mio personale, è la staticità del libro che lo rende agli occhi del lettore ripetitivo e leggermente noioso. Grande contributo lo da anche lo stile di scrittura, un stile di scrittura inusuale per Victoria Schwab. Lo stile adoperato è uno stile di scrittura evocativo, poetico, ricco di similitudini e metafore che rendono la storia atmosferica e al contempo stesso oscura. 
La storia personale di Addie LaRue è, senza dubbio, una storia da conoscere e vivere nel miglior modo possibile. Non è per tutti, soprattutto per chi come me ama l'azione, ma credo che potrebbe piacevolmente sorprendere. Cosa aspettate? Correte in libreria, fate un click su amazon e scoprite questa nuova avventura!

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